Dal 28 al 30 gennaio 2020 si è tenuto a Ouarzazate, cittadina “oasiana” del Marocco sud-orientale nota per gli studios cinematografici, ma anche per la centrale di energia fotovoltaica (ad oggi) più grande del mondo, l’ottavo Forum Internazionaledel Turismo Solidale e dello Sviluppo Sostenibile, all’insegna dello slogan “resilienza climatica, sviluppo sostenibile, e turismo solidale nelle oasi del mondo”.
L’evento, posto sotto l’egida del ministero del turismo e del ministero dell’energia del Marocco, e organizzato dal consiglio regionale del Draa-Tafilalet (Marocco), ha ottenuto l’alto patrocinio dell’Organizzazione Mondiale del Turismo, e del Turismo Sociale, dell’UNESCO e della FAO e ha visto la partecipazione di oltre 400 tra rappresentanti istituzionali marocchini ed esteri, operatori del settore, esperti, giornalisti, esponenti di associazioni e e attori a vario titolo delle regioni oasiane. Ad un tale evento non potevano mancare i rappresentanti di Sopra i ponti e della cooperativa Asdikae bila Houdoud, attore emergente del turismo responsabile in Marocco, in rappresentanza anche del nostro partner ViaggieMiraggi Onlus!
Il FITS 2020, ottavo di una serie la cui idea è nata a margine del Summit Mondiale dello Sviluppo Sostenibile di Johannesburg del 2002, si è concretizzata l’anno dopo a Marsiglia ed è poi proseguita nel 2006 in Chiapas (Messico), nel 2008 a Bamako (Mali), nel 2012 a Tiznit (Marocco), nel 2014 a Granada (Nicaragua) e nel 2017 a Tataouine (Tunisia), ha messo al centro il tema della salvaguardia delle oasi, veri e propri modelli di resilienza in contesti ambientali estremi che interessano circa 25 paesi nel mondo snodandosi lungo le tradizionali rotte carovaniere, oggi sempre più minacciate dai mutamenti climatici, ma anche dall’abbandono delle popolazioni contadine da un lato e dalla crescente pressione esercitata dal turismo consumistico di massa.
In questo quadro preoccupante, ma anche aperto alla speranza, il FITS 2020 aveva il doppio obiettivo di sensibilizzare i decisori pubblici locali e internazionali sull’importanza della salvaguardia delle aree oasiane nel mondo e promuovere un modello di turismo sobrio, rispettoso e portatore di sviluppo locale sostenibile, ossia capace di rafforzare le popolazioni contadine, che sono le naturali custodi dei territori, soprattutto se affidati a un equilibrio fragile.
In quest’ottica il forum ha puntato a favorire gli scambi di buone pratiche per la salvaguardia delle oasi e per responsabilizzare il settore turistico rinforzando le reti nazionali e internazionali corrispondenti e ha portato alla formulazione di un Piano d’Azione Concertata capace di coinvolgere gli attori implicati ai diversi livelli per tutelare questi spazi a rischio.
La diffusione di un altro turismo, più responsabile, più equo, più solidale, può fornire alcune delle risposte, un turismo quindi “di territorio”, sotto il controllo delle popolazioni e a loro beneficio, che provi a responsabilizzare i viaggiatori, privilegiando il consumo locale e le filiere corte, favorendo il ritorno di valore aggiunto a livello locale e, più in generale cercando di ridurre il fenomeno della “erosione turistica” che tende nel lungo periodo a distruggere l’oggetto stesso di destinazione. Un turismo diffuso e a basso impatto, fondato più sul capitale sociale che non sul capitale finanziario, radicato in una rete di piccoli stabilimenti e di piccole attività che irrigano il territorio grazie a un forte legame con l’economia sociale e solidale e sostenuto da associazioni, reti, unioni, enti locali che condividono i valori della partecipazione, solidarietà, autonomia, indipendenza, integrazione e beni comuni.
In questi principi, valori e pratiche ci troviamo “a casa”, per questo abbiamo aderito con entusiasmo e abbiamo orgogliosamente portato la nostra esperienza ormai più che decennale di turismo responsabile cresciuta insieme a una rete di associazioni di villaggio, cooperative rurali femminili e famiglie che accolgono, legate dall’azione dei mediatori culturali ex migranti per un’autentica esperienza di scambio, condivisione e crescita dei viaggiatori e delle comunità.