Grazie!

E’ arrivato l’Eid al Fitr, la festività che conclude il ramadan, ed è ora per noi di tirare un primo bilancio della campagna che abbiamo lanciato per l’iftar solidale, cioè il pasto di rottura del digiuno,  condiviso con le persone messe in ginocchio dal lockdown.

Come scritto nei post precedenti qui e qui, la campagna è nata e poi cresciuta spontaneamente grazie alla volontà e all’intelligenza collettiva della comunità marocchina di Bologna che ha saputo reinterpretare, nella inedita situazione della quarantena, i valori di solidarietà e condivisione che sono alla base delle pratiche del ramadan, e soprattutto ha saputo tessere relazioni di rete sul territorio che hanno permesso di moltiplicare al massimo le azioni di solidarietà, disseminandole anche in Marocco. Dunque, dopo 30 giorni di impegno costante di decine di persone, siamo orgogliosi di poter dare una prima restituzione dei risultati che dimostrano come la collaborazione moltiplica le forze:

Bologna

– per 30 giorni consecutivi è stato offerto il pasto serale, culturalmente adeguato e consegnato con la massima attenzione alle misure anti-contagio, inizialmente a 50-60 persone per arrivare a qualche centinaio col passare delle settimane. Si è trattato soprattutto di profughi e richiedenti asilo confinati in centri di accoglienza e persone senza casa temporaneamente ospitati in dormitori pubblici in cui non ricevevano forniture d cibo o non in maniera adeguata al ramadan, e molti rimasti fuori anche dai posti in dormitorio, che hanno passato la quarantena nascondendosi qua e là. A queste persone si sono aggiunte numerose famiglie che hanno perso le fonti di reddito a causa del lockdown. Orientativamente i fondi raccolti attraverso il crwdfunding hanno contribuito per circa 420 euro alla spesa per l’iftar solidale (acquisto di prodotti alimentari, vassoi monoporzione e posate monouso)

– diverse famiglie sono state aiutate con pacchi alimentari, buoni spesa (impiegando circa 460 euro del crowdfunding) e attrezzature informatiche per la Didattica a Distanza dei figli

il negozio di Ahmed nella vecchia medina, alimentari e drogheria

Marocco

– con un contributo di 3.000 dirham (300 €) all’associazione casablanchese Bank de Solidarité sono stati distribuiti pacchi alimentari del valore di 250 dirham (25 €) ciascuno a 12 famiglie di migranti subsahariani in grave difficoltà,

– nello storico quartiere popolare della vecchia medina di Casablanca i nostri attivisti in loco hanno fatto un accordo con un negoziante di vicinato per distribuire 19 buoni spesa del valore di 200 dirham (20 €) spendibili nel suo emporio a famiglie bisognose del quartiere, per un totale di 3.800 dirham (380 €);

– infine sono stati distribuiti 600 dirham (60 €) a famiglie bisognose di Temara, vicino a Rabat e altri 600 (60 €) a famiglie di Berrechid, sobborgo di Casablanca, individuate grazie ai contatti dei nostri soci.

un “buono spesa” spendibile al negozio di Ahmed

Di tutto questo il merito va alla meravigliosa rete di collaborazione che si è attivata al nostro fianco. Vogliamo quindi ringraziare:

– i 17 donatori che hanno risposto alla campagna di crowdfunding permettendoci di raccogliere 1.175 euro in circa tre settimane sul sito GoFundMe;

– i 9 donatori che hanno contribuito per altri 715 euro arrivati direttamente all’associazione;

– le donne marocchine (qualche decina!) che hanno cucinato nelle loro case per i profughi e le persone sole garantendo un iftar prelibato e curato con amore per 30 giorni;

– il gruppo di ex profughi siriani che per trenta giorni ha dedicato pomeriggi e sere a ricevere le donazioni di cibo e sistemarle nei vassoi monoporzione per poi distribuirle alla sera ai beneficiari;

l’associazione Oltre… che ha ospitato nella fantastica cucina di Camere d’Aria le operazioni di preparazione e “impiattamento” dell’iftar solidale da asporto;

– soprattutto Meryem, Fatima e Hajiba, tre meravigliose donne che hanno coordinato tutto questo a Bologna, cucinando, facendo la spesa, accogliendo e valutando le richieste di aiuto e indirizzando il lavoro delle e degli altre/i e Mohamed e Consuelo che hanno tessuto la rete solidale a Casablanca.

Purtroppo abbiamo appreso in questi giorni che il progetto d’emergenza “Khaoua khaoua per la fraternità universale”, che avevamo inviato all’OIM in risposta a un bando specifico per l’emergenza economica dovuta alla pandemia, non è stato approvato. E’ un vero peccato perché il finanziamento di 10.000 euro ci avrebbe permesso di proseguire per tre mesi e ampliare gli aiuti alle fasce di popolazione più colpite sia a Bologna che in Marocco e di strutturare una rete di partenariato umanitario che le micro-azioni sostenute dal crowdfunding avevano iniziato a evidenziare.

Una battuta d’arresto che non fermerà la solidarietà. E’ una promessa!

Infatti la campagna GoFundMe prosegue per sovvenire alla mancanza di questo finanziamento atteso, per continuare a sostenere le famiglie ancora in stato di bisogno, sia a Bologna che nelle 12 aree rurali e di montagna del Marocco che avevamo individuato attraverso la nostra rete di partenariato marocchina: Tamesloht, Had Brachoua, Foum Zguid, Akka, Merzouga, Afourer, Kelaat Mgouna, Biougra, Aglou, Taliouine, El Brouj, Ouled Fares.

L’intento è di aiutare un circuito di famiglie bisognose a Bologna, Castenaso, Budrio e Molinella con 40 pacchi alimentari o buoni spesa da 60 euro ciascuno e in Marocco di raggiungere 120 famiglie nei territori suddetti, oltre a 54 famiglie sub sahariane di Casablanca, con buoni spesa da 30 euro ciascuna.

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